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VLF

Questa metodologia sfrutta il campo elettromagnetico generato da potenti trasmettitori radio militari che trasmettono su bande di frequenza molto basse (15-30 Khz). Tale tipo di bande radio è utilizzato per comunicazioni a notevoli distanze (ad esempio comunicazione con sottomarini) e il segnale è generato da corpi antenna molto lunghi con potenza di trasmissione elevate (300-1000 kWatt).
Lo strumento di misura utilizzato, di ultima generazione, è l’unità completa WADI VLF prodotto dalla ditta ABEM.
Il WADI utilizza la componente magnetica del campo elettromagnetico generato dai trasmettitori VLF
I trasmettitori VLF sono operativi in molte paesi in Europa e nel Mondo; ciascuno trasmette su frequenze ben precise e riconoscibili. Il campo magnetico generato dall’antenne trasmittenti è orizzontale con le linee equipotenziali circolari e concentriche attorno al corpo antenna e si propagano nello spazio penetrando anche nei corpi rocciosi in profondità dove vengono distorti dalle discontinuità presenti negli ammassi stessi.
La penetrazione del segnale è funzione della resistività naturale r (Ohm-m) dei terreni e delle rocce in posto e della frequenza di trasmissione f (kHz) secondo la formula:

p = √r/f

dove p è la profondità espressa in metri.

Conoscendo quindi la frequenza dell’antenna trasmittente e stimando approssimativamente la resistività dell’ammasso roccioso o dei terreni presenti, è possibile calcolare in modo speditivo e durante le operazioni di terreno la profondità massima d’investigazione dello strumento WADI VLF che normalmente è intorno ai primi 60 metri da piano campagna.

Quando il campo elettromagnetico prodotto da un’antenna trasmittente a bande di frequenza molto basse passa attraverso una struttura tettonica locale (meglio se zona di fratturazione con acqua, o superficie in parte rimineralizzata) si genera un campo di corrente secondario localizzato e individuabile come anomalia dallo strumento VLF.

Lo strumento WADI VLF determina il rapporto espresso in percentuale tra le componenti orizzontale e verticali del campo. Siccome il campo primario generato dal trasmettitore è orizzontale, la lettura normale senza “valori anomali” deve essere zero; la deviazione dal questo valore di equilibrio è chiamata anomalia.

L’elaborazione dei dati permette l’utilizzo di un metodo di filtraggio che consente di convertire ed estrapolare da una struttura geologica complessa il picco anomalo relativo alla struttura cercata.
Dal profilo reale misurato, contenente l’anomalia reale misurata, si passa al profilo reale filtrato, contente l’anomalia reale filtrata in genere più leggibile ed interpretabile.

La forma a sinusoide mostra l’andamento tipico di un’anomalia misurata con lo strumento WADI VLF con il massimo di deviazione positiva a sinistra e il massimo di deviazione negativa a destra della struttura investigata. Spesso l’assetto geologico generale dell’area può rendere difficile la separazione e la distinzione della singola anomalia.

Lo strumento WADI VLF ha la possibilità di mostrare sempre le sezioni filtrate che possono essere confrontate tra loro, per questo è importante eseguire un numero di sezioni sufficiente parallele tra loro ed eventualmente ortogonali.
Le sezioni, oltre che in numero, devono essere di lunghezza sufficiente, infatti è impossibile riconoscere un’area anomala se non viene completamente attraversata.

Si osserva che la curva passa da un valore attorno allo zero, ad un valore massimo positivo per poi tornare allo zero.
L’anomalia è distinta da una sua lunghezza e intensità magnetica massima in valore assoluto.
 

Ambiti Trattati

CIS Geofisica s.r.l. subentra e consolida la posizione di mercato ottenuta, a partire dagli anni ottanta da CIS s.n.c.

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