I metodi di prospezione geofisica permettono la ricostruzione stratigrafica del sottosuolo sulla base di alcuni parametri fisici che caratterizzano gli strati del terreno. In particolare nella prospezione geoelettrica si determina il parametro fisico resistività elettrica. La resistività è un parametro indipendente dalle caratteristiche geometriche della formazione litologica cui si riferisce ed è definito come la resistenza elettrica per unità di volume.
Ogni corpo roccioso presenta un ampio campo di variabilità dei propri valori di resistività; essi dipendono dal grado di omogeneità, dal livello di alterazione e, per le rocce litoidi, dal grado di fratturazione. Nel caso di terreni sciolti, quali i depositi alluvionali recenti, la resistività dipende dalla granulometria, dai fluidi in essi contenuti, dal quantitativo in sali disciolti e quindi dalla loro conducibilità elettrica. A questa regola fanno eccezione le argille che, anche se compatte, hanno sempre valori di resistività estremamente bassi; questo è dovuto principalmente alle caratteristiche del reticolo cristallino dei minerali che le compongono e al loro grado di saturazione.
L’inverso della resistività è la conducibilità. Il terreno presenta due tipi di conducibilità elettrica:
1) Conducibilità di tipo elettronico: è propria dei metalli, nei quali la resistività aumenta con la temperatura, o dei semiconduttori (ad esempio i solfuri) nei quali, in virtù delle lacune che limitano il movimento degli elettroni, la resistività diminuisce all’aumentare della temperatura.
2) Conducibilità di tipo ionico: è propria dei dielettrici.