Per effettuare misure di resistività dei terreni in profondità viene impiegata la tecnica del sondaggio elettrico verticale (S.E.V.): esso viene effettuato eseguendo una serie di misurazioni di resistività, aumentando progressivamente la distanza sia tra gli elettrodi di corrente (A-B; sono quelli che energizzano il terreno) e di potenziale (M-N; sono quelli che misurano la differenza di potenziale), secondo il dispositivo a quattro elettrodi.
Attraverso i due elettrodi esterni A e B viene immessa nel terreno una corrente continua fornita da una serie di pile a secco o da un generatore; al passaggio di corrente tra A e B, si genera nel sottosuolo una differenza di potenziale che viene misurata dai due elettrodi centrali M e N. Sia le misure di differenza di potenziale (ddp) che quelle di intensità di corrente (I) vengono effettuate con strumenti di precisione, dotati di azzeratore dei potenziali spontanei esistenti nel terreno.
Da queste misure (ddp e I) si ricava la resistività apparente (r app) del terreno secondo la formula:
ddp
r app = K ------
I
dove K è la costante geometrica del tipo di stendimento utilizzato (in questo caso Schlumberger).
Per estendere le misure di resistività a strati via via più profondi, si aumenta la distanza fra gli elettrodi A-B e M-N; in tal modo, la corrente immessa nel terreno attraversa porzioni di sottosuolo sempre più profonde.
Riportando i valori di resistività apparente su un diagramma bilogaritmico, si costruiscono le curve di resistività apparente in cui la scala delle ascisse rappresenta le semi-distanze AB/2 (in metri), mentre quella delle ordinate la resistività (in ohm x metro).
Dalle curve di resistività così ottenute è possibile risalire ai valori delle resistività vere e agli spessori degli strati, caratterizzati da diversa resistività, con l'ausilio di un modello matematico.
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